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In questo numero
#DRIVEYOURSELF
CERETTA
LA RIVOLTA
BEATA
CARTOLINE DA ISTANBUL
CLIC
SCIARPE
WONDER RINA
WATCH ME
L’ORMONE MISTICO
STORIE DI ALICE
PENSIERI DI UNA MISANTROPA
BUBY
FEMINIST HELP
SULLA CERTEZZA
NUVOLE DI LAVORO
EQUAL
PENSIERI DI UNA MISANTROPA
LA STUDIOSA PRECARIA
LA MIA PRIMA VOLTA CHE…
I DOLORI DELLA GIOVANE LIBRAIA
SALVATE I MASCHI
PAPPITALY
AGONIA DEL LAVORO
COLOPHONDoaa El Adl
Donnelly
Pat
Bosotti
Osuchowska
Lupo
Donnelly
Annaurla
Del Proposto
Livia
Franc, Martìn
Giacobino, Sdralevich
Nidasio
Pat
Ludwig
Livia, Pat
Doaa El Adl
Giacobino, Sdralevich
Roz
Rizzitelli, Del Bue
Mango
Maldini
bulander, Nardi
Pat
Ila
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Cartoline
da Istanbul -
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PENSIERI DI
UNA MISANTROPAdi Margherita Giacobino
C’è in ogni uomo qualcosa di buono
disse il coccodrillo buonista
chi i glutei, chi la coratella,
quasi mai la testa.Italia tra nuovi valori e vecchi malori: il KM 0.
Ecologico, sostenibile, autarchico – ora anche creativo!
Sesso a KM 0 – L’esogamia ti mette ansia? Prova l’incesto! Le buone cose di casa tua.
Cimitero a KM 0 — Il caro-loculi ti indigna? Colleziona le urne dei nonni, è glamour.
Sei un ciclista puro e duro? Bicicletta con ruote minuscole! Pedali, ma chilometri zero! -
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Nuvole
di lavoro -
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PENSIERI DI
UNA MISANTROPAdi Margherita Giacobino
Donne al lavoro
Le lattaie centenarie
Sotto casa mia ci stanno due sorelle
irriducibili vestali della latteria
tra store e discount, tengono duro le zitelle
sempre più curve, sempre più sorde
le troveranno un dì stecchite
tre le tome e le mozzarelleDonne in nero
Non credere di avere dei contratti
disse la sciura impegnata di Milano
alla segretaria precaria che le dava una manoCurricula in caduta libera
Dopo dieci anni di precariato
in discesa, da stagista a standista
da bagnina a promoter di collant
la laureata contusa e acciaccata
fece domanda in aviazione
per un posto di paracadutista -
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La mia prima volta
che sono stata Lauradi Clara Rizzitelli
Un sabato pomeriggio esco con la mia ragazza per fare una passeggiata che quei giorni proprio rosei non sono, tra un lavoro mio che non c’è da tempo immemore e un lavoro suo che la opprime a livelli di mobbing sessista che tutte le volte che me ne parla io mi arrabbio e le dico ma perché non li denunci rivolgiti alle consigliere di parità o simili ma lei niente. Tu sei troppo femminista, mi dice. Manco fossi un’aliena, che già ci ho messo quattro mesi a farle capire che essere femminista non significa avere necessariamente i peli sotto le ascelle. Andiamo al mercatino francese che hanno aperto proprio oggi, magari riusciamo a godere del poco tempo insieme, del debole sole autunnale e di un paio di ostriche che bando all’avarizia.
Tra gente, bancarelle, formaggi, spezie, oche in legno, mazzi di lavanda, collant di lana, paté, baguettes, croissants e marmellate, un cartello: “cercasi ragazza”. Un’apparizione. Un’illuminazione. Un miraggio. Ci guardiamo. Cosa ne pensi? Che giusto prima di uscire mi ero chiesta se portarmi dietro qualche curricula da lasciare in giro. Vai. Chiedo? Chiedi. Mi portano a parlare con la responsabile, una signora con capelli bianchi corti che mi ricorda Joan Baez in versione francofona e che per questo motivo ha tutta la mia fiducia a priori. Mi chiede se so contare. Sì, certo, rispondo, che questa domanda un po’ mi offende e vorrei me lo si leggesse in faccia che so contare. Ma orgoglio a parte non importa, che mi sembra un colloquio più semplice del previsto e magari riesco a farmi assumere. Cos’hai da fare ora mi chiede come seconda cosa, che al massimo tra un’ora inizi a lavorare dieci-dodici ore al giorno per diciassette giorni consecutivi senza interruzione guarda che è dura. E io che mi vanto della mia bravura coi conti non posso non pensare che chi se ne frega della fatica sono soldi. Accetto e faccio pure finta di dimenticarmi che per legge non si potrebbe richiedere esplicitamente un lavoratore sessuato.
Mangio al volo un kebab che altro che ostriche, saluto la fidanzata, mando a monte i piani del fine settimana e mi infilo il grembiule con destinazione stand ristorante. Capo, vice e vice del vice sono uomini. In ordine, il primo non mi rivolge uno sguardo, il secondo mi dice non mi importa come ti chiami mettiti in testa che per me da oggi sarai Laura e quando ti chiamo ti devi girare, e il terzo mi chiede dove comprare ketamina. Tieni duro, mi dico, evitando di scendere in ulteriori auto incoraggiamenti linguistici a sfondo sessista che già mi bastano le battute sulle salsicce e sulle ostriche che a quanto pare sono un leitmotiv.
Passa una settimana e sono esaurita. Quando sono lucida riesco a chiedermi delle lauree, dei progetti di dottorato, dell’educazione, dell’onestà, dei sogni di giustizia sociale, della cultura, della legislazione tutta in materia di tutela del lavoratore, e quelle cose lì. Forse perché sono femminista? Che poi di solito queste domande mi si autoimpongono durante l’unica pausa di tutta la giornata che quando mi va bene riesco ad ottenerla con la supplica di andare in bagno e mangiare qualcosa nello sgabuzzino senza masticare e aspettare che si freddi. Mai mortificata tanto, al punto che l’altro giorno è passata la mia ex a portarmi in regalo il libro di Calvino di cui avevamo parlato e ho avuto il tempo di prenderlo solamente in mano e nasconderlo sotto gli scatoloni senza manco ringraziare, pensando che no, che Calvino non si sarebbe potuto impregnare di fritto, che non avrebbe meritato quel pietoso scenario personale e sociale, che non avrebbe dovuto conoscermi come Laura. Lui no. Anche se la mia fidanzata mi dice – a parte che sono femminista – di pensare allo sporco denaro, io con Calvino che mi guarda non ce la faccio ad accettare che tutto si risolva così. -
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Pappitaly
di bulander
Drrrriiinnn! “A quest’ora?… Pronto! Ah sì, mi dica… e per quando le serve? Beh, vedo cosa possiamo fare. Duecentocinquanta persone ha detto? Ok, salve”
“Chi era?” il signor Fettini s’era appena svegliato, il superyacht ondeggiava dolcemente invitando a riprendere il sonno, era diventato la loro residenza da quando il governo aveva praticamente azzerato le tasse d’ancoraggio nel porto di Civitavecchia. “Cospetti, quello del ristorante tre stelle sulla Guida Michelin”, risponde la moglie, “ha la cena di sostegno elettorale dell’onorevole di qua e vuole solo roba andina”
“Per 250 persone? E dove la troviamo in così poco tempo?”
Da quando la carne di bambino aveva fatto il suo ingresso sulla tavola dei paesi avanzati le abitudini alimentari degli italiani avevano subìto un certo cambiamento ma al tempo stesso il Paese ne aveva tratto vantaggio sul terreno della competitività. Nessuno come gli italiani sapeva cucinarla meglio, con maggior fantasia. Subito dopo la Grande Delusione, quando risultò che quella dei bambini cinesi e indiani era praticamente immangiabile, i ristoratori italiani capirono al volo che si trattava di un prodotto di nicchia, dove la qualità tricolore ha il gioco facile. Si scoprì che erano buonissime le carni di bambini provenienti da territori alpini e chissà perché quelle dei bambini delle Ande erano in assoluto le migliori. Ma difficili da procurare perché laggiù mancavano le infrastrutture. Poi c’era stata la reazione della Chiesa e dell’Unicef, in alcuni paesi, tra cui l’Italia, era scesa la notte del proibizionismo. La fortuna dei signori Fettini risale a quel periodo. Quando finalmente i divieti vengono tolti, i Fettini sono ai primi posti dei contribuenti italiani.
Sarebbe un errore pensare però che l’Italia avesse fatto passi indietro nella democrazia, nella cultura, nel vivere civile, anzi. Erano state fatte le tanto agognate riforme, la semplificazione burocratica per esempio, non c’era più bisogno delle marche da bollo sulle fatture, la cultura aveva avuto un boom, le aperture di nuovi musei avevano segnato un tasso medio di crescita annua del 2,7%, le famiglie che potevano dimostrare di aver piantato un albero avevano diritto a delle detrazioni fiscali a seconda del tipo di pianta. Purtroppo però era tornato il terrorismo. Poco per volta la Chiesa cattolica e l’Unicef avevano assunto un atteggiamento più conciliante. Gli irriducibili erano loro, i pedofili, aizzati, pare, da un pronipote di un leader di Potere Operaio. Chi non ricorda l’attentato al Nucleo Antisofisticazioni dei carabinieri? Tre morti e una ventina di feriti. Proprio a quelli che avevano smascherato una banda di albanesi che vendeva carne di bambini montenegrini spacciandola per andina.
“L’unico modo è portarla in aereo”, dice il signor Fettini, che aveva fiutato l’affare, “gli costerà un po’ al nostro amico ma del resto, se pretende carne andina la deve pagare”.
La cena elettorale è un successo, le persone che hanno aderito, pagando mezzo milione di euro ciascuna, sono addirittura 257. “Le dirò”, dice l’onorevole al commensale che gli sta accanto, “un polpaccio di andino, stufato, con poca noce moscata e un pizzico di maggiorana, è la fine del mondo”. Il Rettore risponde con un sorrisino di circostanza, si trova un po’ in imbarazzo, tutti sanno che è vegetariano. Ma ci sono i terreni su cui erigere la nuova Aula Magna multimediale che aspettano la decisione della commissione edilizia, suo genero, il costruttore, gli ha già fatto capire che razza di affare sarebbe. Prudenza quindi. Il direttore della filiale di Banca Intesa, invece, seduto di fronte, è tutto eccitato: “Quest’anno Pappitaly è a Dubai, saranno conquistati dalla nostra carne rossa questi cazzi di musulmani che mangiano solo pecora e pollastro!” -
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ASPIRINA
n. 4 Inverno 2014
REDAZIONE
Loretta Borrelli, Piera Bosotti, Pat Carra, Manuela De Falco, Elena Leoni, Livia Lepetit, Laura Mango
Progetto e sviluppo web: mybreadcrumbs.it
Progetto grafico e lettering dei cartoon stranieri: booh.it
Traduzioni: Patrizia Costa (spagnolo), Margherita Giacobino e Renata Sarfati (inglese)
HANNO DISEGNATO E SCRITTO
Annaurla (Milano) www.annaciammitti.com
Piera Bosotti (Milano)bulander (Milano)
Pat Carra (Milano) www.patcarra.it
Giulia D’Anna Lupo (Parigi) www.giuliadanna.com
Dalia Del Bue (Londra) daliadelbue.blogspot.it
Federica Del Proposto (Roma, Parigi) www.federicadelproposto.com
Liza Donnelly (New York) lizadonnelly.comDoaa El Adl (Il Cairo) http://www.cartoonmovement.com/p/5899
Isabel Franc (Barcellona) isabelfranc.blogspot.com
Margherita Giacobino (Torino)
Ila Grimaldi (Napoli) www.ilariagrimaldi.it
Livia (Milano)
Ludwig/Margherita Morgantin (Milano)
Giuliana Maldini (Milano)
Cyrilla Mango (Milano) idoloridellagiovanelibraia.blogspot.it
Susanna Martìn (Barcellona) susannamartin.blogspot.com.es
Marilena Nardi (Treviso) www.marilenanardi.it
Grazia Nidasio (Certosa di Pavia) www.lastefi.it
Ysia Osuchowska (Vilnius, Istanbul)Clara Rizzitelli (Torino)
Roz/Rosella Simonari (Jesi) www.theps09.blogspot.it
Teresa Sdralevich (Bruxelles) www.teresasdralevich.net
Contatti: info@erbaccelarivista.org
Edizioni Libreria delle donne di Milano
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