Dialoghi del Terzo Millennio
di bulander
“Siamo sovrappopolati”.
“Eh certo, con tutti questi pacifisti in giro…”.
“La Terza Guerra Mondiale è finita troppo presto, sul più bello… la Russia stava per attaccare la Cina, s’è messo di mezzo quel Papa spagnolo… e tutto è andato all’aria… Minimo, minimo faceva 200 milioni di morti…. ed eravamo già un po’ di meno”.
“Ma no, che c’entra il Papa…era la Borsa di New York che andava giù eccessivamente”.
“Lei dà troppa importanza ai banchieri, gli uomini che contano oggi sono altri, sono quelli che incrociano domanda e offerta”.
“Uomini? Algoritmi vuol dire. Fanno tutto loro, la gente non fa più nulla. Non vede in giro tutta questa massa di sfaticati? Pensano solo alla salute, stanno a dieta, bevono poco, al mattino jogging, non si ammalano mai, vivono a lungo e così siamo sovrappopolati”.
“Permette? Pino de Pinis, death broker, io incrocio quelli che vogliono morire con quelli che li ammazzano.”
“Interessante, io ci ho una zia che dice sempre ‘magari mi prendesse il Signore, avrei finito di soffrire per questi dolori alla gamba’. Quant’è la sua provvigione?”.
“Calma, c’è la procedura prima, dovrebbe riempire questi moduli, registrarli da un notaio come ultime volontà, pagare il bollo da 1.054 euro, prenotare il loculo in cimitero e intanto io avvio la due diligence”.
“Che sarebbe?”
“L’accertamento dei beni patrimoniali mobili e immobili dell’interessato, la mia provvigione si calcola sul patrimonio”.
“Il suo mestiere non ha tanti rischi, lei va sul sicuro, mi pare”.
“Magari, amico mio. La scorsa settimana me ne è capitata una bella… Sembrava tutto regolare, tutto a posto, la persona aveva un discreto patrimonio ma quando l’istituto Fast Death me l’ha consegnato, io l’ho portato al cimitero e cosa scopro? Che non aveva prenotato il loculo”.
“E allora?”
“Ho dovuto portarmelo a casa, per fortuna che ho un garage abbastanza ampio…”
“Sì, però non possono essere così fiscali questi cimiteri, è chiaro che la gente prima di morire ci pensa due volte, rimanda, rimanda…e così siamo sovrappopolati. Guardi, io sarei per dichiarare il 20 novembre giorno di lutto mondiale”.
“Perché il 20 novembre?”
“Perché? Giovanotto, è il 20 novembre del 2031 che quel pazzo del dottor Davidovic ha annunciato di aver scoperto il vaccino anticancro, non si ricorda? Tutti pensavano che fosse una bufala, non gli hanno dato neanche il Nobel, e cinque anni dopo non c’era più un morto di cancro che fosse uno! Moriremo tutti di fame, non ha capito?”
“Io cerco di fare del mio meglio, incrocio domanda e offerta”.
“Sì bello mio, ma lei è un walrasiano, lei crede nella teoria dell’equilibrio del mercato, siamo andati avanti per un secolo e mezzo a crederci e guardi che bel guaio abbiamo combinato. Eravamo 3 miliardi al tempo di Walras e adesso siamo 12, capisce dodici!”
“In effetti c’è un certo mismatch. Però le proiezioni dell’Istituto Demografico Mondiale dicono che con il secolo prossimo cominceremo a diminuire, causa l’inquinamento, i cambiamenti climatici…”.
“Balle, amico mio, balle! Il mio albero di cachi ha fatto dei cachi grossi come meloni, malgrado la gelata di agosto… Qua ci vorrebbe il diluvio universale, creda a me… e invece leggo oggi sul giornale che la Barattini&Figli è fallita”.
“Quella degli ombrelli? Beh, con questa siccità… In effetti il mercato non perdona. Pensi alla Death&Chips. Per uccidere usava un composto di petrolio, arsenico e cianuro, poi il prezzo del petrolio è schizzato in alto quando l’Arabia Saudita è stata invasa dai curdi e loro sono andati a gambe all’aria”.
“Sì, ma d’istituti per la morte sicura ne nascono come funghi, la Barattini&Figli invece faceva degli ombrelli che erano dei pezzi unici… Dove va la qualità, eh, me lo dica lei!”.
“Comunque la situazione non è poi così tragica, siamo tanti sulla terra, è vero, ma le ultime inondazioni nel Bengala hanno fatto una ventina di milioni di morti…”.
“Sì, sì non bisogna mai perdere la speranza, lo dice anche mia zia…”.
“A proposito… a sua zia non interessa? Io rappresento anche la Death&Music, che ha un ottimo servizio: musica a tua scelta mentre crepi e veleno mortale a lento rilascio per consentirti di ascoltarla”.
“Posso chiederglielo. Sono certo che lei vorrebbe ascoltare il primo atto del Tannhäuser… è una patita wagneriana”.
“Quanto dura?”
“58’49’’ nell’edizione Prosselbaum, quella registrata nell’auditorium di Kobane”.
“Hmm, un po’ lunghetto… Allora ci vuole veleno a rilascio ultralento, mi sa che le costa troppo, non conviene… perché non sceglie Volare, quella di Modugno? Si presta, no?”.